lunedì 5 marzo 2012

La rivista indipendente Pizza rende omaggio allo stilista Gianfranco Ferré Part.2

La settimana scorsa vi dicevo che Incognito non era presente alla serata in omaggio a Gianfranco Ferré per caso. Ed ecco qua la prova ! 


“Ho voglia di energia, un’energia vibrante che generi ottimismo. Ho voglia di realtà e senso dei nostri tempi. E insieme, voglia di sognare. Senza sguardi a un passato troppo recente di cui vedo tornare solo la parte più volgare e appariscente. Mentre io sogno emozioni forti, incontri totali con acqua, vento, sabbia. Una natura che trasforma la materia e aggiunge fisicità ai tessuti. Perché io vado cercando effetti di trasparenza, che esaltano il corpo in senso poetico o puramente sportivo…”




Queste sono le parole usate da Gianfranco Ferré per parlare della sua collezione prêt-à-porter Primavera/Estate del 1991 (ma potrebbero anche applicarsi alla sua opera in generale).  Nell'articolo precedente sottolineavo quanto il tessuto fosse importante per questo stilista, pero grazie a questa citazione mi sono resa conto di quanto la sartoria fosse un tutto per lui. Gianfranco Ferré ci parla degli quattro elementi come sorge di ispirazione nonostante cio non dimentica che il suo lavoro serve ad esultare il corpo.


 























Queste due foto provengo dalla collezione di cui vi parlo qui sopra, e trovo che i vestiti indossati dalle modelle rappresentano alla perfezione il pensiero di Gianfranco Ferré : il movimento degli elementi viene figurato grazie al drapé della gonna poi ritroviamo l'esultare del corpo grazie alla trasparenza e al lavoro di ricamo sui body.

Come lo dicevo nell'articolo precedente, la rivista italiana Pizza rendeva omaggio allo stilista attraverso una mostra di fake cover ispirate all'opera di quest'ultimo. La cosa che non vi ho detto è che sono stata io soggetto di una fake cover, quella del fotografo Alan Maglio. Quando mi ha proposto di lavorare con lui sono veramente cascata dalle nuvole perché proprio qualche mese fa, scoprivo il suo sito e le sue foto che mi sono piaciute subito. La sua opera si avvicina dalla foto di documentario o di reportage, alla differenza che ci aggiunge un suo tocco personale : riesce a trovare nelle cose e nelle persone una parte di magia.
Alan non mi ha nascosto che non era un grande fan di moda, nonostante cio è riuscito a catturare l'essenza del lavoro di Gianfranco Ferré ed è proprio per questa ragione che ho accettato di lavorare con lui. Per queste foto Alan ha deciso di usare gli schizzi della collezione di prêt-à-porter Primavera/Estate del 1991.






L'idea di Alan era di vestirmi con gli schizzi di Ferré ed ecco il risultato :




Questa cover non è quella che è stata esposta durante la mostra ma rimane lo stesso la mia preferita. Mi piace di più perché più intrigante e soprattutto funziona in dittitico con quella esposta alla Fondazione Gianfranco Ferré. Come ve lo dicevo ho accettato di posare perché l'idea anche se semplice risulta originale : sono vestita ma di uno schizzo, e non qualsiasi , quello di un grande stilista, Gianfranco Ferré, poi ritroviamo quest'idea di transparenza e quindi di corpo apparente. 
Per quelli che si fanno la domanda della nudità, in effetti non mi fa paura e no NON sono un'esibizionista. Faccio la modella da quattro anni ormai ed è un mezzo che ho trovato per esprimermi artisticamente. Il nudo fa parte della fotografia come fa parte della pittura e della scultura. Ovviamente posare nuda non è né facile né una cosa che mi è venuta di fare appena iniziato quest'attività. E stato un lungo processo di riflessione, e sono venuta a posare nuda perché mi sono creata un'estetica attorno alla fotografia. Facendo la modella, ho pure imparato ad apprezzare la foto in quanto arte, d'altronde se c'è un fotografo di cui stimo l'opera e che ha fatto bellissimi nudi è proprio Helmut Newton.

La moda veste corpi e non il contrario, anche se tendenzialmente provano a farci pensare l'opposto.

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