Quindici anni dopo l'oggetto ha preso una dimensione completamente diversa : nel frattempo ho scoperto il vintage e soprattutto sono venuta a sapere che fu la prima macchina di mio padre. L'aveva comprata nel 1963, dopo aver lavorato tutta un'estate per poterla acquistare, cosi divenne la sua compagna di viaggio. All'interno della custodia si puo leggere scritto a penna, il suo nome e il suo indirizzo di allora, quando aveva 17 anni. Su un'altra parte della custodia è stato attaccato uno sticker di "Air Afrique" (Aria Africa) con ancora il suo indirizzo ma stavolta di 20 anni più tardi, quando aveva già percorso gran parte dell'Africa Centrale. Effettivamente ci tengo a questa macchina, al mio Agfa, pero penso che senza il suo scrigno non avrebbe lo stesso valore : il cuioio è invecchiato in tutto questo tempo ma ha conservato una parte di mio padre (la sua scrittura), mentre il metallo di cui è fatta la macchina è rimasto intatto.
Il mio Agfa Flexilette |
Tra tutti i gioielli che possiedo, uno dei più preziosi è senza dubbio il mio Agfa Flexilette. Perché un gioiello mi direte? Perché al di là del lato estetico del suo scrigno, il metallo di cui è fatto gli dà qualche fascino, ed il suo meccanismo mi ha stupita. Per scattare una foto bisogna premere un pulsante, affinché il mirino si apra e una volta che si guarda dentro, ci si rende conto che l'immagine è rovesciata ! Questa macchina è un gioiellino non solo per il suo design ma anche per il suo meccanismo. Per me è un po' come avere tra le mani un orologio, un po' particolare. D'altronde gli sguardi meravigliati che alcuni mi rivolgono quando mi vedono con questa macchina la dicono lunga sul fascino che esercita sulla gente !
L'Agfa Flexilette con il mirino di fuori |
Non faccio altro che contemplare questo bel oggetto. Ovviamente provo anche a fare foto con essa, e vi posso assicurare che non è facile, non è una digitale ! Il che significa che devo fare tutto da sola, devo sempre stare attenta alla luce, determinare qual'è la distanza giusta tra il mio soggetto e me a seconda dei miei regolamenti (il che è proprio difficile da fare), pensare al fatto che l'immagine quando guardo nel mirino è rovesciata. A volte ho un'immagine in mente e non posso neanche realizzarla perché non ho considerato questo piccolo dettaglio.
Detto questo mi piacerebbe comunque darvi un'idea dei risultati ottenuti qua e là.
Shug'A'Very
(tradotto dal francese da Shug)
uao che bella!
RispondiEliminaps: grazie per il commento alla mia intervista su italian fashio blogger (io non ho neanche risposto...a certa cattiveria gratuita non sapevo davvero come rispondere)
ti seguo..
Grazie mille!
RispondiEliminaPrego per il commento ed è normale tra bloggers ci dobbiamo aiutare, poteva anche tacere questa ragazza.Secondo me non sa che tenere un blog è un po' come tenere un bambino perché lo fai crescere e come dici tu nella tua intervista ti assomiglia perché è tuo. Comunque bella reazione che averla ignorata!
...ciao, ho trovato questa pagina cliccando su google per avere informazioni sulla flexilette, ho finito in questi giorni di restaurare la mia, anche lei era di mio padre, che poi vendette ad uno zio, successivamente questi la regalò al sottoscritto; eravamo alla fine degli anni 70 in piena era reflex, e a lui non interessava più, con la flexilette ho imparato a fotografare, avevo in dotazione un esposimetro, che non è purtroppo il suo originale; sono fatte con la flexilette le prime stampe in bianco e nero che ho sviluppato da solo; successivamente è finita in una vetrinetta in casa e quella è stata un po' la sua rovina, poiche la polvere ne ha bloccato i meccanismi; adesso l'ho fatta ripulire ed è tornata come nuova e probabilmente tornerà a fare foto....trovi la foto del lavoro nel mio profilo FB scusa e ciao Mario Belletti
RispondiElimina@Mario:Grazie mille del tuo commento non scusarti che mi ha fatto molto piacere sapere che non sono l'unica a possiedere questa macchina. Mi è piaciuto pure leggere la sua storia e sapere che ti è tornata la voglia di usarla. Ho pure io un esposimetro ma sfortunatamente non è l'originale, non lo uso molto pero, ma sicuramente dovre farlo se voglio ottenere bei risultati.
RispondiEliminaSarei davvero curiosa di vedere le tue foto ma non mi hai fatto nessun link, ho provato a cercarti su FB ma ci sono tanti con il tuo nome che non ho saputo qual'era il tuo profilo. Comunque pure noi abbiamo una pagina, se ci vai avrai l'occasione di vedere le poche foto che ho messe li.
Ancora grazie mille
Shug'A'Very
http://www.facebook.com/mario.belletti?ref=tn_tnmn#!/photo.php?fbid=2451370279802&set=a.1023473103265.2004936.1118367040&type=1&theater....ecco la foto
RispondiEliminaMario
Sono finito sulla tua pagina perché ho scritto flexilette su google. E' un piacere sentire che tu hai questa macchina. Io ne ho una dal 1969 e la mia la trovai. Era una macchina costosa e strana, riuniva i pregi del pozzetto, solitamente su macchine tipo Rolleiflex e le dimensioni di fotocamera maneggevole. Questa macchina mi ha accompagnato ovunque ed è rimasto un primo amore. E' in grado di fare ottime foto da un angolo di ripresa molto flessibile, dal basso, sulla testa capovolta se sei in mezzo alla folla, ad altezza occhio come una macchina normale. Ha uno scatto silenzioso e passa inosservato e puoi fare foto rubate, foto di strada. Ha la leva di ricarica in basso a sinistra e non devi lasciare la presa della destra quando ricarichi. Non è difficile da usare e perdona anche gli errori di esposizione. Quindi usala!
RispondiEliminaLuigi
Grazie mille del tuo commento che secondo me sarà molto utile :). Da quando ho scritto questo post, sono andata a fare altre foto solo che non ho potuto farle sviluppare. Non sono di sicuro un fotografo ma mi piace veramente scattare con questa macchina.
EliminaAncora grazie mille del tuo commento.
Shug
Che belle notizie,che si leggoni in giro.Pure io nè ho 1,la mia prima reflex.Funziona ancora bene.Sono solo io,che invecchio..Davide
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